“The Promise” e IMDb: il Genocidio negato diventa virale
– Parlare del Genocidio Armeno è molto pericoloso, si rischia di essere minacciati, umiliati, offesi, e di ricevere punteggi bassi su Amazon. Finora, questo è il trattamento riservato a singoli individui ed accademici. Ma, ultimamente, tutto questo accade anche ad Hollywood. Accade, infatti, che il film prodotto grazie al finanziamento di Kirk Kerkorian, scomparso nel 2015, diventi oggetto di un attacco su larga scala sul sito IMDb, il database cinematografico.
Il film in questione è The Promise, che vede come protagonista Christian Bale. The promise è il primo film prodotto ad Hollywood dopo il tentativo fatto con I quaranta giorni del Mussa Dagh, circa ottant’anni fa, che doveva rappresentare un film in chiave anti-Hitler, ma che non vide mai la luce a causa dell’opposizione del governo turco di allora. Ebbene, dopo ottant’anni, grazie ad una produzione indipendente, finalmente un film sul Genocidio Armeno ha visto la luce ad Hollywood.
Ma non si può cantare vittoria troppo presto. Infatti, pur essendo stato prodotto e realizzato, il film non gode di nessuna casa di distribuzione, a causa dell’ostruzionismo turco. A settembre, il film è stato presentato al Toronto International Film Festival ad un pubblico relativamente ristretto. Ma dopo neanche 3 giorni dalla prima proiezione, sul sito IMDb erano già presenti decine di migliaia di voti negativi (1 stella, cioè il voto più basso su una scala da 1 a 10). Attualmente, la media dei voti è 4,1, a causa di 58000 voti negativi e 32000 voti massimi. Evidentemente, la Turchia è riuscita a coinvolgere decine di migliaia di attivisti per sottostimare la qualità del film. Difficilmente quelli che hanno votato il film lo hanno visto realmente.
Questo è un ulteriore stadio del negazionismo turco. Se non si può nascondere la verità, la si mortifica per cercare di darle meno importanza.
Il film in questione è The Promise, che vede come protagonista Christian Bale. The promise è il primo film prodotto ad Hollywood dopo il tentativo fatto con I quaranta giorni del Mussa Dagh, circa ottant’anni fa, che doveva rappresentare un film in chiave anti-Hitler, ma che non vide mai la luce a causa dell’opposizione del governo turco di allora. Ebbene, dopo ottant’anni, grazie ad una produzione indipendente, finalmente un film sul Genocidio Armeno ha visto la luce ad Hollywood.
Ma non si può cantare vittoria troppo presto. Infatti, pur essendo stato prodotto e realizzato, il film non gode di nessuna casa di distribuzione, a causa dell’ostruzionismo turco. A settembre, il film è stato presentato al Toronto International Film Festival ad un pubblico relativamente ristretto. Ma dopo neanche 3 giorni dalla prima proiezione, sul sito IMDb erano già presenti decine di migliaia di voti negativi (1 stella, cioè il voto più basso su una scala da 1 a 10). Attualmente, la media dei voti è 4,1, a causa di 58000 voti negativi e 32000 voti massimi. Evidentemente, la Turchia è riuscita a coinvolgere decine di migliaia di attivisti per sottostimare la qualità del film. Difficilmente quelli che hanno votato il film lo hanno visto realmente.
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