martedì 29 novembre 2016

AKNASHEN: primo insediamento permanente nella Valle dell’Ararat (VI millennio a.C.)

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AKNASHEN: primo insediamento permanente nella Valle dell’Ararat (VI millennio a.C.)

– Lo studio di questo insediamento unico nel suo genere è iniziato nel 1998, secondo il racconto di Ruben Badalyan, il capo del gruppo di archeologi ricercatori che si occupano degli scavi.
Sebbene l’insediamento si trovi su una piccola collinetta, lo strato sotterraneo contenente i reperti culturalmente più preziosi arriva fino a 5 metri di profondità.
Gli scavi hanno portato alla luce una serie di preziosissime informazioni su questo antico villaggio. Innanzitutto, si è reso evidente che la valle dell’Ararat nell’antichità era occupata da un lago, formatosi a seguito di un’eruzione vulcanica, che ricoprì il corso del fiume Araxes con sedimenti lavici. In seguito, il livello del lago diminuì progressivamente, finché la valle risultò abitabile intorno al VI millennio a.C., in pieno Neolitico. Sebbene in epoche precedenti la valle è risultata abitata in mondo temporaneo, dal VI millennio la popolazione del tempo ha fatto un primo tentativo di stabilirsi permanentemente in un luogo, costruendo edifici ed iniziando la produzione ceramica. Chi esattamente abitava questo villaggio è troppo presto per dirlo, non essendo state ritrovate scritte. Inoltre, in quell’epoca erano frequenti le continue colonizzazioni da parte di popoli vicini.
Molti oggetti ritrovati, principalmente sulle pendici del Monte Gegham, sono fatti di osso ed ossidiana. Inoltre, sono stati ritrovati anche gioielli e frammenti di catene. E’ molto interessante anche la scoperta di oggetti che riguardino il senso estetico degli esseri umani della preistoria.
Le scoperte più importanti riguardano l’evidenza di contatti tra le popolazioni preistoriche armene ed altre popolazioni del Medioriente. Sono stati ritrovati molti manufatti provenienti certamente dall’antica Siria e dalla Mesopotamia, oltre a conchiglie e ad oggetti certamente provenienti da scambi economici con popolazioni lontane.
L’unicità del villaggio preistorico risiede nel fatto che le stratificazioni dei ritrovamenti danno evidenza della sequenza dell’evoluzione culturale ed economica della popolazione attraverso il Tardo Neolitico ed il Primo Calcolitico (Età del Rame). Il sito fu probabilmente costruito agli inizi del VI millennio a.C. ed abbandonato circa verso la metà del millennio, quindi i ritrovamenti coprono un arco di diversi secoli.
Il fatto che la valle dell’Ararat ospitò in tempi remoti un lago, prosciugatosi col tempo, potrebbe dare un fondo di verità alla mitologia dell’Arca di Noè, e alla nuova terra scoperta dagli esseri umani in epoca remota.
Come evidenziato dal Prof. Badalyan nel suo lavoro di ricerca, è la prima volta che si trova un insediamento in cui è evidente il passaggio tra la fase dell’Età della Pietra e quella del Rame nel territorio centrale ed orientale del Sud del Caucaso.
L’agricoltura era già sviluppata (principalmente farro, ossia il triticum dicocco) ed esistevano soprattutto mandrie di pecore e capre.
Verso la fine del Neolitico, si nota un incremento significativo della produzione di vasellame temperato con sabbia, di latte e di lana, a significare uno spostamento della vita della popolazione verso la pastorizia e l’economia legata alla mobilità.
Con l’inizio dell’Età del Rame, si nota un forte aumento di vasellame con paglia tritata all’interno dell’impasto.

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