mercoledì 1 giugno 2016

Genocidio Armeno, le minacce di Ankara non fermano Berlino: Bundestag verso il riconoscimento



(Articolo originale)

Le intimidazioni di Ankara non fermano Berlino: domani il Parlamento tedesco voterà la risoluzione per il riconoscimento del genocidio armeno – la morte di 1,5 milioni di persone tra il 1915 e il 1916 durante l’Impero Ottomano. Il documento è stato proposto dai gruppi parlamentari di maggioranza – i conservatori della Cdu e i socialdemocratici della Spd – ed è appoggiato dai Verdi: la sua approvazione è dunque scontata. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha fatto sapere chesostiene la risoluzione e solo per un impegno di governo non sarà in Parlamento per votarla. Contro il testo si è invece espresso il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier della Spd.
I vertici delle istituzioni turche continuano a condannare il voto del Bundestag, definendolo “assurdo e ridicolo”. “Crediamo che il voto sia assurdo e arbitrario. Questi eventi hanno avuto luogo durante la Prima Guerra Mondiale… Sappiamo che coloro che cercano di accusare la Turchia non hanno buone intenzioni. Noi francamente e apertamente diciamo a tutto il mondo che non abbiamo nulla da nascondere sulla questione”, ha detto il primo ministro turco Binali Yildirim, sottolineando che un voto positivo sulla risoluzione inevitabilmente rovinerà le relazioni tedesco-turche.
Concetti già espressi dal presidente Recep Tayyip Erdogan, che ieri – in un colloquio telefonico con Merkel – ha esortato la cancelliera al “buon senso” e manifestato la sua “inquietudine”. “Se la Germania va alla cieca su questo caso, si danneggeranno le nostre relazioni future, diplomatiche, economiche, politiche, commerciali e militari”, è la citazione di Erdogan pubblicata dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung online.
Oggi il nuovo premier turco ha ribadito le minacce a Berlino, sottolineando che l’approvazione della risoluzione potrebbe avere ripercussioni nei rapporti tra i due Paesi, a partire dalle relazioni commerciali. Ciononostante, il primo ministro Yildirim ha chiarito che la decisione del Bundestag non porterà a nessun cambiamento negli accordi tra Turchia e Ue per la gestione dei migranti. “È un voto assurdo – ha affermato Yildirim – lasciamo che la storia sia scritta dagli storici. In ogni caso non succede nulla, quel testo non avrà per noi nessun valore, sarà nullo”. Il premier turco ha dunque escluso che la decisione del Parlamento di Berlino possa in qualche modo mettere in discussione l’accordo sui migranti raggiunto tra Ankara e Bruxelles. “La Turchia non è uno stato tribale – ha detto – ha delle lunghissime tradizioni”.
Il progetto di risoluzione che il Bundestag voterà domani condanna il genocidio degli armeni avvenuto alla fine della Prima Guerra Mondiale, durante la dissoluzione dell’Impero Ottomano, in cui morirono 1,5 milioni di persone secondo le stime. Paesi come Italia, Russia e Francia hanno già riconosciuto che si trattò di un genocidio.
“Sappiamo che chi ha promosso questa risoluzione non voleva colpire la Turchia, ma da parte nostra abbiamo aperto archivi e messo a disposizione tutti i documenti necessari ad approfondire i fatti del 1915, un lavoro per gli storici, che non è accettabile venga strumentalizzato a fini politici”, ha affermato Yildirim. Il riferimento è a una lettera che l’allora premier Recep Tayyip Erdogan scrisse al presidente armeno Robert Kocharyan con la quale proponeva che una commissione di inchiesta congiunta stabilisse la verità sulla strage degli armeni da parte dell’esercito ottomano. Secondo gli armeni, i morti sarebbero stati un milione e mezzo, mezzo milione secondo i turchi, che attribuiscono la strage anche al durissimo inverno e alla carenza di cibo. Ancora una volta la disputa verte attorno all’utilizzo del termine genocidio, una definizione che Ankara ha sempre rigettato con forza, perché ritenuta priva di basi storiche.
Il presidente armeno, Serz Sargsyan, ha lanciato un messaggio ai deputati del Bundestag: non si lascino intimidire da Erdogan e domani approvino la risoluzione che dichiara genocidio il massacro degli armeni del 1915. “Non è giusto che non si possa chiamare genocidio il genocidio contro gli armeni, solo perché il capo di Stato di un altro Paese ne è disturbato”, ha affermato in un’intervista pubblicata da Bild. Ha anche espresso incomprensione per quei politici tedeschi che temono le ripercussioni di un passo del genere: “La Germania è uno Stato potente e la voce del Bundestag tedesco è ascoltata in tutto il mondo. Ma, proprio per questo, la Germania ha una responsabilità speciale e non può cedere su ciò che riguarda questioni morali e difesa di valori”. Sargsyan ha aggiunto: “L’eventuale fallimento dell’accordo sui migranti (tra Turchia e Unione europea, ndr) con tutta sicurezza non avrà nulla a che vedere con l’approvazione della risoluzione” a Berlino. Il presidente ha poi sottolineato che lo scorso anno il presidente tedesco, Joachim Gauck, ha riconosciuto il Genocidio Armeno.

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